Fin da quando ero piccolo, mi hanno sempre apostrofato come “polemico“. Mi sono chiesto perché? E ho sempre pensato che fosse qualcosa di negativo. Ho sempre cercato, quindi, di controllare questa mia “dote”.
Da adulto però ho capito che in fondo è ciò che sono. Non ritengo che sia una qualità negativa, se usata in modo intelligente. E con uno scopo. Sono andato, quindi, a cercare l’etimo della parola e ho avuto conferma della mia idea:
Il termine polemica deriva dal greco “πολεμικός” che significa “attinente alla guerra“, e designa quindi una sorta di guerra, per lo più verbale, condotta contro un avversario detto bersaglio della polemica. [fonte]
In più ho trovato un’altra conferma in un’altra definizione:
…la polemica, intesa come semplice controversia, è necessaria: ogni diatriba accesa è fertile, se affrontata con spirito di comprensione, con la volontà di capire e far capire – con la possibilità concreta di un vincere che non è convincere.
Quando però ci si arrocca su posizioni irretrattabili e strillate, continuando a discutere per questione di principio, a mo’ di arieti che si carichino a vicenda – e quindi col medesimo spessore intellettuale – la polemica diventa una delle più grandi cause di rabbia, di incomunicabilità, di stallo nel crescere, e marchia la nostra vita sociale. [fonte]
Dunque sono arrivato ad una conclusione. In tv la polemica è uno strumento, affinché chi guarda non si addormenti o cambi canale; infatti, nei talk show sentiamo politici e vari opinionisti attaccarsi a vicenda in sterili discussioni. Mentre quello che possiamo fare su internet è avere una discussione che possa stimolare la riflessione.
Mi sono ricordarto poi, che al liceo studiavamo un filosofo. Questo filosofo credeva che attraverso la dialettica, si potesse partorire (maieutica) argomenti validi e conclusioni utili. Sentiamo tutti i giorni che internet è diventato la nuova agorà. Ma non siamo mai riusciti ad accedervi del tutto. Ah! …giusto! si trattava di Socrate.
Quindi lo scopo di questo piccolo spazio web sarà cercare le risposte ai miei “perché“. Ovvero quelle domande che tutti i giorni ci facciamo, ma senza avere risposte. Perchè sono le domande che facciamo tra noi o le diciamo come battute. Quindi, per giustificare comportamenti, parole o fatti che non capiamo, perchè non cercare banalmente le risposte.
Io ci provo.